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Edilizia & Sud

Rischio frane: “è tempo del fare, non del pensare”

30 Novembre 2022
rischio frane

La tragedia che ha colpito Ischia è stato un duro colpo per tutta la popolazione italiana e che sposta l’attenzione alla pericolosità dei terreni su cui abitiamo e alla necessità di affrontare l’emergenza. Il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha dichiarato che in Italia ben il 94% dei comuni è a rischio frane, alluvioni ed erosioni costiere.

“Sono state censite 625 mila frane di cui un terzo a cinetismo rapido. Fatichiamo a fare una classifica perché il pericolo è molto esteso. Dobbiamo migliorare la costruzione degli argini e dei fiumi, vasche di espansione, briglie per defluire l’acqua. Spesso capita che si verifichino delle pianificazioni edilizie sbagliate, nonostante siano in regola con la legge, in aree dove la natura reclama i suoi spazi”, commenta così l’ingegnere e funzionario italiano Curcio dopo essere volato a Ischia per un sopralluogo sul luogo del disastro dove era già iniziata una grande attività di soccorso alla ricerca dei dispersi.

Grande accusatore della frana non è solo la pioggia che in appena sei ora ha raggiunto 120 millimetri, ma anche l’edilizia abusiva che è stata recentemente condonata dal decreto Morandi.

“Il tema della presenza antropica e il rapporto con la natura è tipica di questi rischi. L’abusivismo edilizio costituisce sicuramente un problema, ma in tante altre zone pur mandando costruzioni abusive si verificano comunque dei disastri ambientali. A Ischia c’è un abusivismo acclarato e quindi il rischio è maggiore.”

Prosegue Curcio. “C’è il tema generale della manutenzione delle montagne: scarsa pulizia dei boschi e dei sottoboschi, mancata cura dell’area fluviale. Occorre sicuramente insistere di più con la pulizia ma è necessario anche accelerare i tempi delle pratiche burocratiche per intervenire più in fretta. Eventi come questo di Ischia sono sempre più frequenti: questo è il tempo del fare, non del pensare.”

Secondo il capo della Protezione Civile non c’è un problema più grave dell’altro: l’abusivismo, i mancati investimenti e la scarsa manutenzione sono come tre gambe di uno stesso tavolino e hanno tutte la stessa importanza. Sulla base di questo, è da chiedersi chi siano i responsabili amministrativi che hanno come compito la riduzione del rischio.

Sulle strategie da attivare nell’immediato, Curcio è chiaro: “Sono fondamentali attività come la cura degli alvei, l’analisi dei confini per evitare i cosiddetti “fiumi bombati” dove l’acqua trasborda fuori dal regolare corso. Occorre poi approfondire il reticolo idrogeno.

Bisogna conoscere bene il territorio e procedere con la realizzazione di vasche di estensione e la ridefinizione dei corsi d’acqua.” Ciò che è avvenuto a Ischia non è un caso isolato e confidiamo in futuro di agire in modo più consapevole e rispettoso non solo nei confronti della natura ma anche dei cittadini stessi avendo una maggiore percezione del rischio e maggiore cura verso la nostra terra. 

Sicurezza sismica e prevenzione di danni da rischio idrogeologico saranno alcuni dei temi di cui si parlerà ampiamente durante la prossima edizione del SED, in programma a Caserta dall’11 al 13 maggio 2023 attraverso convegni e seminari dedicati.

SED 2024: COSTRUIRE IL CAMBIAMENTO